Canali Minisiti ECM

Stop al raffreddore spegnendo una proteina

Medicina Interna Redazione DottNet | 17/09/2019 12:45

Emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Microbiology frutto di una collaborazione tra Stanford University e University of California, a San Francisco

Spegnendo una proteina umana sfruttata dal virus del raffreddore e da tutti i virus della stessa 'famiglia' per moltiplicarsi nel corpo del suo malcapitato ospite non ci si ammala. Il patogeno diventa infatti incapace di nuocere. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Microbiology frutto di una collaborazione tra Stanford University e University of California, a San Francisco.   I virus del raffreddore sono tantissimi e tutti diversi, inoltre sono capaci di modificarsi in continuazione, sfuggendo non solo alle nostre difese immunitarie ma anche a qualsivoglia farmaco si provi a usare per attaccarli. Di qui l'idea di bloccarli impedendogli di usare una proteina umana - la cosiddetta metil-transferasi - per loro indispensabile per condurre il processo infettivo all'interno del Stop al raffreddore nostro corpo.

Gli esperti hanno prima messo 'KO' il gene per questa proteina in cellule polmonari umane, vedendo che, senza la proteina, tantissimi ceppi virali della grande 'famiglia' del raffreddore (inclusi alcuni pericolosi) diventano incapaci di infettare le cellule. Poi gli scienziati hanno ripetuto gli esperimenti su topolini e, togliendo loro il gene per la metil-transferasi, gli animali sono divenuti del tutti immuni dal virus del raffreddore e dai altri virus 'cugini'.  Si tratta dunque di un bersaglio potenzialmente importante contro un virus che - se rappresenta solo un fastidio per la gran parte delle persone - cionondimeno può divenire pericoloso per chi ad esempio soffre di asma. Gli scienziati hanno però sottolineato che si tratta di uno studio ancora molto preliminare e che il prossimo passaggio sarà sviluppare e testare un farmaco in grado di bloccare la proteina umana solo temporaneamente.

pubblicità

fonte: Nature Microbiology

Commenti

I Correlati

Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”

La scoperta, che apre la strada alla ricerca di nuovi farmaci anti-obesità, è pubblicata sulla rivista Nature Metabolism dall'Università tedesca di Bonn e dall'Università della Danimarca Meridionale

Gli oppioidi sviluppano 'tolleranza', ovvero subiscono una progressiva riduzione dell'efficacia col rischio di doverne aumentare progressivamente la dose

Andrea Pession: “Alcune diagnosi creano più problemi che vantaggi. Lavoreremo ancora di più in rete"

Ti potrebbero interessare

Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”

La scoperta, che apre la strada alla ricerca di nuovi farmaci anti-obesità, è pubblicata sulla rivista Nature Metabolism dall'Università tedesca di Bonn e dall'Università della Danimarca Meridionale

Gli oppioidi sviluppano 'tolleranza', ovvero subiscono una progressiva riduzione dell'efficacia col rischio di doverne aumentare progressivamente la dose

Andrea Pession: “Alcune diagnosi creano più problemi che vantaggi. Lavoreremo ancora di più in rete"

Ultime News

Il primo appuntamento partenopeo si inserisce nella fase pilota del Progetto per un programma di screening nazionale nella popolazione pediatrica delle due patologie, promosso dall'Istituto Superiore di Sanità su incarico del Ministero della Salute

Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”

"Epidemia tra i mammiferi è un passo avanti verso l'uomo, non uno ma più ceppi si stanno adattando"

Benefici ottimali facendo 6-10 piani a piedi al giorno